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Archive for 15 novembre 2012

Biologico, solidale, km zero, ecologico. Aumentano anche nel Veronese i consumatori che non chiedono più un prodotto buono: ne cercano uno responsabile. A Verona si contano una trentina di Gas, i Gruppi di acquisto solidale, di più o meno di recente costituzione, che coprono circa un 2% dell’economia locale. I produttori aderenti sono un centinaio e servono 600 famiglie, fortemente attente alla qualità e al consumo sostenibile. Si comincia con un gruppo di amici, un condominio, un quartiere. Poi si cercano i fornitori che rispettino i criteri che gli aderenti al Gas hanno ritenuto fondamentali, come la qualità, il giusto prezzo, la filiera corta. Infine ci si dividono i compiti tra la raccolta degli ordini, l’acquisto e la distribuzione. Per ogni problema c’è l’interGas che fornisce supporto e i processi sono snelliti con i server di gestione ordini come DigiGas. Così è partito nel 2005 GAStelle, in bassa Valpantena, che a oggi raccoglie 65 nuclei attivi e 90 simpatizzanti, riuscendo a muovere circa 80.000 euro l’anno. Dopo un boom di crescita fino al 2009 negli ultimi anni i dati si sono attestati su uno zoccolo duro di acquirenti pari all’80% mentre il restante riguarda compratori occasionali. Il Gas più numeroso è quello della Valpolicella con oltre 140 famiglie attive, costretto a organizzarsi in 5 sottogruppi per favorire le relazioni tra gli aderenti e mantenere alta la qualità. Dal 2008 è attivo PoveglianoatuttoGas che si espande a Villafranca, Castel d’Azzano e Valeggio. Trenta delle 42 famiglie aderenti ordinano settimanalmente frutta e verdura biologica dei territori limitrofi con una spesa di circa 150-200 euro/mese. La quota è in continua crescita, non tanto per l’aumento dei prezzi che risulta irrisorio, ma per il maggior interesse verso questa modalità d’acquisto e la preferenza rispetto ai tradizionali canali. Ma i prodotti “censiti” sono ben più numerosi: formaggio (tra cui il Parmigiano terremotato), carne, pesce, olio, riso, pasta, conserve, birra, vino, gelato. Il tutto biologico e artigianale. E non si fermano all’alimentare. Si possono acquistare due volte l’anno scarpe a basso impatto ambientale, jeans ecologici, indumenti e articoli di erboristeria. Al Gas di Quinzano, La Coccinella, è possibile trovare anche uova, cosmetici, detergenti (da Ancona), calze (dal Bresciano), tofu e seitan (direttamente da Gorizia) che seguono i dettami della filiera certificata e del rispetto del lavoro. Il gruppo è attivo dal 2003 a Quinzano, Avesa, Ponte Crencano e Borgo Trento e con 114 acquirenti e 30 fornitori muove 80-100 mila euro l’anno. I prezzi raramente sono contrattati tra le parti accettando l’offerta del fornitore, preferendo le pezzature scarsamente vendibili nei supermercati a cui si applica una somma più favorevole. Nonostante i numeri, difficilmente i produttori, seppur piccoli, riescono a sopravvivere interagendo solo con i Gas che assorbono dal 30 al 50% della merce, pari a qualche migliaio di euro al mese. Ma perché rivolgersi ai Gas? Il risparmio è rinvenibile solo se confrontato con prodotti della stessa tipologia (biologico e solidale) ma non è sempre un affare per chi è abituato alle scontistiche dei beni industriali. Di sicuro ciò a cui punta l’acquirente è l’idea di equo compenso per il produttore che può vivere degnamente del suo lavoro e non essere compresso nelle ricerca del prezzo più basso. Chi utilizza questo strumento tende ad abbandonare la Gdo, la grande distribuzione organzzata, per abbracciare l’acquisto responsabile. Niente più carrelli pieni nei supermercati, niente bidoni zeppi di rifiuti o avanzi, più attenzione alle etichette, agli imballaggi, al riciclaggio, ai chilometri percorsi dalla merce, alla quantità di beni realmente necessaria. E questa razionalizzazione va a compensare il costo più elevato rispetto al prodotto convenzionale, portando talvolta ad un risparmio. A sottolineare il cambio di mentalità che dalla spesa si estende al vivere quotidiano si riscontrano un numero sempre crescente iniziative quali corsi, fiere, orti collettivi, tecniche di autoproduzione a ridotto impatto ambientale e momenti di aggregazione, che rendendo il Gas uno stile di vita più che un modo di consumare. D’accordo o meno, il fenomeno fa pensare. E non solo per l’attenzione al prossimo e all’ambiente ma anche per la costanza nell’impegno volontario e nella convinzione a perseguire il proprio fine senza apparente ritorno economico. E anche questa, al giorno d’oggi, è merce rara. (Anna Carla Cunego – L’Arena)

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